giovedì 29 marzo 2012

Andiamo Bene..

La questione della chiusura dell'ospedale, stando ai quotidiani locali, non sembra essersi ancora chiusa. Mentre per il Corriere del Veneto e per il Gazzettino sembrerebbe trattarsi di un falso allarme, la Nuova Venezia riporta ancora le preoccupazioni per la potenziale chiusura del nostro ospedale. Nel buio in cui sembra brancolare gran parte dell'opinione locale si è accesa la luce del blog vicino all'amministrazione che ha riportato oggi un intervento del consigliere regionale leghista Furlanetto. Il consigliere Furlanetto, già noto per le rassicuranti dichiarazioni che allontanavano i rischi della realizzazione di Veneto City e dell'elettrodotto, nel suo intervento si spinge oltre alla smentita della chiusura. Per lui "le scelte di questa natura sono meramente politiche e passano per il Consiglio regionale."
Riassumiamo: chi ci governa dice che le scelte in materia di sanità sono "meramente politiche" e ci rassicura al riguardo, dicendo che non è ancora stata fatta una scelta, che in ogni caso, stando alle sue parole, non sarà tecnica, sulla base delle reali esigenze.
Insomma, devono ancora decidere quale sarà la tessera che darà diritto ad essere curati, ma si sa già che non sarà quella sanitaria.
Andiamo bene...

martedì 27 marzo 2012

Chiudono l'ospedale?!

La notizia, data per certa dalla Nuova Venezia si abbattuta sul nostro paese con la forza di un tornado. La Lista del Cuore ha prontamente risposto tramite il comunicato stampa, che riportiamo per intero:

"Quella che apprendiamo oggi è una notizia talmente grave ed assurda che ci auguriamo di poter leggere immediatamente una doverosa smentita da parte del presidente Zaia e dell'assessore Coletto.
Chiudere l'ospedale di Dolo rappresenterebbe, infatti, un atto di assoluta gravità che priverebbe un territorio complesso e importante come quello della Riviera del Brenta, e di tutta l'area sud della Provincia di Venezia - già penalizzata dalle precarie condizioni nelle quali hanno ridotto il nosocomio di Chioggia - di un servizio essenziale soprattutto in una fase, come è quella che stiamo vivendo, in cui la nostra società è sempre più sola, spaventata e anziana.
Se, viceversa, la notizia non fosse smentita assisteremmo all'ennesimo atto politicamente arrogante e ingiustificabile di una Lega Nord che, grazie ai tanti assessori leghisti alla sanità che pur si sono succeduti nei lustri, non ha avuto coraggio fino ad oggi di tagliare i veri sprechi come i numerosi ospedali veronesi che, se chiusi per tempo, ci avrebbero determinato una situazione diversa.
Una vera assenza di programmazione che si evidenzia per Dolo dalla schizofrenia con cui oggi vengono annunciati investimenti futuri nel plesso ospedaliero e, allo stesso tempo, la loro chiusura o dismissione!
Una notizia di questo tipo, se non fosse smentita, dimostrerebbe nuovamente l'ennesimo bluff anche dell'amministrazione comunale dolese che nel 2010 prese i voti dei cittadini promettendo un “trattamento di favore” da parte di Regione e Provincia, tutte a trazione leghista.
Tanto più oggi risulta grave il fatto che il Sindaco Gottardo, in questi due funesti anni di governo dolese, per incapacità o per mero calcolo partitico, pur sollecitata dalle minoranze, non abbia mai voluto fare ufficialmente un approfondimento in Consiglio comunale sul tema e quindi prendere una chiara posizione in difesa del nosocomio dolese.
Bene! Dopo aver approvato con un blitz Veneto City oggi sembrano privarci dell'Ospedale e dietro l'angolo sono pronte a scattare fuori Camionabile sull'idrovia e Romea commerciale: proprio un bell'affare!! Se venisse cancellato l'ospedale di Dolo, tanto più per mano amica, noi ci attenderemmo le immediate dimissioni del Sindaco che, evidentemente, ha tradito con i suoi compagni di partito il patto con gli elettori e i cittadini dolesi. Noi ci mobiliteremo in tutte le sedi possibili a cominciare dal consiglio regionale e dai territori.

I Componenti della Lista “Per Dolo, Cuore della Riviera”

sabato 24 marzo 2012

A cosa serve un comune?

Dobbiamo confessarlo, durante il consiglio comuale della scorsa settimana ci siamo domandati a più riprese quale fosse lo scopo di una amministrazione comunale. Le interrogazioni, e soprattutto le risposte che hanno ricevuto, hanno dimostrato che la politica, anche quella locale, è distante dai cittadini. Alcuni esempi, tratti in ordine sparso:
  • In risposta alla interrogazione circa le temperature polari nella scuola Giotto, si è perso più di un quarto d'ora a rendicontare ogni intervento, anche di manutenzione ordinaria, di tutte le scuole del comune. Non crediamo che nessuno possa pensare che se si dingorgano i servizi della scuola di Sambruson i bambini della Giotto, a Dolo, automaticamente stiano al caldo. Parole che sanno di campagna elettorale, e che sembrano messe solo per distogliere lo sguardo dai veri problemi.
  • L'intero contenuto dell'interrogazione sulla presunta divulgazione di notizie al riguardo del piano delle acque ha dimostrato come si possano tenere decine di persone impegnate per decine e decine di minuti senza alcun contenuto. A tal proposito, dato che siamo stati coinvolti direttamente, come è emerso dall'interrogazione, il dato sensibile (i 20 anni di tempo di ritorno), ammesso che si trattasse di dato sensibile da non divulgare alla cittadinanza, era già stato reso pubblico in una commissione. Il consiglio è stato quindi tenuto in ostaggio delle accuse di... divulgazione di dati pubblici!
  • La risposta sull'interrogazione della lista del Ponte, circa il mandato all. avv. Marrone per costituirsi in parte civile, poi, è stata in palese contraddizione con la delibera di giunta. La risposta ha sostenuto che non ci sia alcun procedimento attualmente in corso per i fatti del 13 (e secondo il comune del 20) dicembre. Esattamente il contrario di quanto detto nella delibera di giunta, dove si dava per certo il procedimento.
Insomma, si è arrivati alle 19:30, a 3 ore e 30 dall'inizio del consiglio, senza che si fosse riusciti ad avere vere informazioni, con la maggioranza ben trincerata dietro le cortine fumogene di discorsi che apparivano quasi sempre inconclundenti.
Fortunatamente, ad un certo punto sono intervenuti i tecnici dei consorzi di bonifica che, introdotti dall'ennessima sfilza di dati impropri letti dal sindaco, hanno rapidamente spiegato alcune cose interessanti:
  • Il tempo di ritorno di 20 anni (quel dato che per qualcuno sia pur pubblico è segreto...) è stato basato su di una rete di dati più fitta rispetto a quella che viene utilizzata per i 50 anni chiesti dal commissario. In questo caso, quindi, i 20 anni risultano circa il 15% in meno di precipitazioni rispetto ai 50 anni indicati dal commissario.
  • Il valore di pioggia prevista, quindi, non è quello ottimale (che sarebbe quindi leggermente superiore), ma è stato scelto considerando un piano di investimenti sostenibili dal comune.
Si potrebbe quindi obiettare che non è ancora abbastanza, un allagamento ogni 20 anni può sembrare ancora troppo, ma la direzione intrapresa, anche alla luce del Regolamento di Polizia Idraulica, sembra quella giusta.
Ai tecnici sono bastati pochi minuti per spiegare il tutto, all'amministrazione non sono bastati gli schiamazzi per creare fumo e false accuse.
Ma si sa, alla Lega non piacciono i governi tecnici.

giovedì 22 marzo 2012

E' nato il fratello minore

L'elettrodotto, rispetto alle altre grandi opere che hanno iniziato a strangolare il nostro comune è sempre stato considerato il fratello minore. Vuoi perchè i pericoli dell'elettromagnetismo sono più silenziosi rispetto a quelli dati dal traffico, vuoi perchè l'area del nostro comune interessata dall'elettrodotto non è quella centrale, la notizia di ieri è arrivata quasi di sorpresa.
I lavori per l'elettrodotto, in linea aerea fuori terra, stanno per iniziare. La fonte è la stessa Terna, che ha annunciato il via alle ruspe prima della fine dell'anno. A rispondere nei giornali, oggi, non l'amministrazione, ma le opposizioni ed i comitati, evidentemente sorpresi da questa accelerazione.
Nel sito del comune di Dolo, del resto, si possono leggere le intenzioni (elettrorali) dell'attuale giunta: "sull’Elettrodotto Dolo-Camin: richiesta del completo interramento viste anche le ultime prese di posizione della stessa Terna".
Un ulteriore fallimento della giunta Gottardo al riguardo della grandi opere. E cosa ci potrà riservare il futuro? Nella stessa casella delle linee programmatiche ci sono anche i nomi della Camionabile e della Romea Commerciale...

lunedì 19 marzo 2012

Il comune torna a scuola

La prossima seduta del consiglio comunale presenta più interrogazioni di quelle che si vedono solitamente nelle aule dei nostri figli. Giovedì 22, infatti, alle ore 16:00, poco più di 40 fortunati (a causa degli ormai noti problemi strutturali) potranno ottenere molte risposte alle domande che si sono accumulate in questi 3 mesi senza consigli comunali. Gran parte delle domande si trovano, del resto, anche nei punti della convocazione del consiglio stesso:

2.          “Interrogazione in merito al ritrovamento di una falsa lettera riportante la firma del responsabile del servizio finanziario e lo stemma comunale contraffatte.”, presentata dai componenti della Lista Per Dolo, Cuore della Riviera.

3.          “Interrogazione riguardante lo stato di avanzamento del Piano di Assetto del Territorio”, presentata dai componenti della Lista Per Dolo, Cuore della Riviera.

4.          “Interrogazione riguardante lo stato di gestione degli alloggi residenziali pubblici sul territorio comunale.”, presentata dal gruppo consiliare Per Dolo, Cuore della Riviera.

5.          Interrogazione presentata dal Consigliere Comunale Bachet Sabrina sulle basse temperature presso la scuola primaria “Giotto” e sullo stato dei lavori presso gli edifici scolastici  di competenza comunale.

6.          Interrogazione presentata dal consigliere comunale Fattoretto Giovanni in merito a notizie apparse su un blog e non ancora rese pubbliche dall’amministrazione comunale di Dolo, relativamente al "Piano Acque”.

7.          Interrogazione presentata dal consigliere comunale Giorgio Gei ad oggetto: "Incarico all’avvocato Marrone”.

In una di queste domande, quella del consigliere Fattoretto, siamo stati chiamati in causa diretta, probabilmente rei, secondo la sua visione della politica, di aver divulgato dei dati che evidentemente andavano tenuti segreti, eccezion fatta che per cerimonie propagandistiche di presentazione del piano stesso. Certo, che la politica abbia i suoi tempi lo abbiamo capito anche dai commenti che hanno indicato in quasi un anno il tempo minimo per acquisire la documentazione di un PAT, ma ci viene spontaneo domandare, da cittadini qualsiasi, "Come mai il comune tiene in segreto un piano di interesse pubblico pronto da 5 mesi?"
A giovedì per le risposte.

lunedì 12 marzo 2012

La Giustizia secondo la Lega

Nel panorama politico italiano sono ben conosciute le posizioni, contrapposte, riguardo al tema della giustizia, che ci sono tra PD e PDL. Mentre il primo si batte per l'autonomia dei magistrati nella formulazione dei giudizi, il secondo è notoriamente impegnato in una battaglia al fine di garantire maggiori diritti alla difesa. Fiumi di parole sono già stati scritti in questa annosa diatriba, ed è inutile che questo blog sottolinei una altra volta i pericoli che derivano da una sproporzione tra difesa ed accusa. Ci si vuole qui concentrare nel tentativo di definire un altro paradigma, quello che unisce Lega e giustizia.
Come gran parte, e forse ancora più, la Lega si definisce negli assetti conosciuti nel periodo di transizione tra prima e seconda repubblica, allorquando i partiti storici venivano spazzati da Tangentopoli. Ma già in questa prima fase il leader storico della Lega, Umberto Bossi, si è reso protagonista di vicenda perlomeno peculiare.
Bossi inizialmente è fra i più convinti sostenitori del "pool di Milano", cioè dei magistrati intenti ad indagare sui fenomeni di corruzione. Ma anche Bossi in persona e la sua Lega vengono coinvolti nel 1993 per una questione legata a un finanziamento illecito di duecento milioni di lire, ricevuti dagli allora dirigenti del colosso chimico Montedison. Fino ad allora Bossi sostenne la linea del Pool di Milano, anche partecipando a  manifestazioni con MSI, PDS e Verdi. Emblematica fu, alla Camera dei deputati, l'agitazione della corda a forma di cappio.
Il 5 gennaio 1994, però, al processo Enimont, Bossi deve ammettere il finanziamento illecito tramite una tangente ricevuta dalla Montedison.Nel 1995 viene condannato per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti a 8 mesi, pena confermata in appello nel 1997 e Cassazione l'anno dopo.
Col passare degli anni il rapporto della Lega con la Giustizia non si è chiarito. Oltre al recente e noto esempio Lombardo, dove la Lega, dopo aver agitato lo spettro del "ricatto politico" a Berlusconi: "Se dobbiamo sostenere la Regione Lombardia, piena di inquisiti, salti Monti." tuonava il Senatùr poche settimane fa. Come dire che la giustizia non esiste, un inquisito è "colpevole" se il suo leader vota o meno la fiducia. Solamente gli avvenimenti più recenti, con i noti scandali, hanno portato ad un nuovo spirito di garantismo da parte del Carroccio. E questo spirito, in cui si potrebbe leggere una "utile schizofrenia", si riflette anche nel nostro territorio. Molti lettori si ricorderanno la diffida nell'utilizzo in bacheca di materiale che non fosse strettamente legato all'attività del gruppo consigliare ma bensì di provenienza esterna. Eppure, dopo il caso Brentan, la bacheca comunale si è riempita di articoli che vogliamo sperare non riguardino in alcun modo l'operato della giunta! Contagio della sindrome da giustizia asimmetrica, o semplice necessità di riempire una bacheca che se dovesse aspettare le iniziative comunali, ora che è stato ottenuto il primo regalo di natale per i superiori, rischierebbe di restare inesorabilmente vuota?

giovedì 8 marzo 2012

8 Marzo 2012, perchè 101 non siano 102

Oggi, 8 Marzo 2012, in gran parte del mondo si festeggia la Giornata Internazionale della Donna. Questa giornata, conosciuta a tutti come "Festa della Donna", nasce nell'ambito della Seconda Internazionale Socialista agli inizi del 1900. Pur nascendo come una iniziativa dai forti connotati politici, in pochi decenni la ricorrenza assunse un significato proprio e si colse l'occasione per la rimembranza di un fatto scioccante, la tragedia della fabbrica Triangle, avvenuta il 25 Marzo1911. 146 operai, in gran parte donne italiane perirono nell'incendio della fabbrica tessile dove lavoravano per più di 14 ore giornaliere. Ogni tentativo di fuga fu reso vano dalla chiusura a chiave delle porte, applicata dai padroni della fabbrica per paura che i lavoratori si allontanassero dal proprio posto di lavoro.
Porte che, sia pur metaforicamente, rimangono chiuse ancora oggi, a distanza di 101 anni dall'accaduto. Porte che nel nostro paese impediscono alle donne di percorrere carriere lavorative commisurate con le rispettive capacità, lasciando soffocare le abilità di fronte ad una miope politica del lavoro che giustifica comportamenti abietti e discriminanti da parte dei datori di lavoro. Anche il fumo di quel tragico giorno non si è ancora del tutto diradato, e appanna la stessa figura della donna, rimasta in bilico tra le conquiste sociali ed una immagine tradizionalista, che la vuole ancora divisa tra fornelli e pulizie domestiche, da farsi rigorosamente oltre le almeno 8 ore già fatte al lavoro, raggiungendo orari non dissimili da quelli della fabbrica Triangle. In Italia abbiamo la più bassa occupazione femminile dell'Europa geografica dopo Macedonia e Turchia, due paesi dalle note e profonde tradizioni culturali.
Non si può più aspettare, 101 anni sono passati, e forse potrà essere già il prossimo quello di troppo, la goccia che farà traboccare il vaso dell'equilibrio sociale. Servono fin d'ora nuove politiche del lavoro, in modo che il diritto alla famiglia non sia, come ora, di tutti ma pagato solo dalle donne, perchè il datore che discrimina non sia giustificato, ma sia punito, perchè vi sia un nuovo approccio all'utilizzo della fiscalità per le donne. Perchè vi sia un maggiore attenzione alle peculiarità femminili e, soprattutto, perchè il paese, uomini e donne, non possono più permettersi di gettare alle ortiche le conoscenze e le compenze di quella parte che, secondo le statistiche, ha il maggior tasso di cultura.
Non è una questione di genere, è in ballo il futuro di tutto il nostro paese, ed è il caso di capirlo e di agire di conseguenza fin da ora.
Del resto, se non ora, quando?

martedì 6 marzo 2012

Il PAT, questo sconosciuto

Il PAT, il Piano Assetto Territorio, sembra essere scomparso dalle intenzioni dei nostri amministratori. E' infatti dai documenti preliminari, fatti in maniera congiunta dalle precendenti amministrazioni di Dolo e Fiesso, che non vi sono state novità di rilievo. Eppure l'importanza del PAT è strategica per la pianificazione del futuro urbanisco e produttivo del nostro territorio. Il PAT, infatti, ha numerosi compiti, fissando gli obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni ammissibili nel territorio. In particolare il PAT disciplina le invarianti di natura geomorfologica ed idrologica, detta specifiche discipline al rigurado dei centri storici, così come delle aree rurali, ed indica le infrastrutture e le attrezzature di maggiore rilevanza e detta i criteri per l'individuazione di ambiti preferenziali di localizzazione delle grandi strutture di vendita.
Uno strumento fondamentale, che era stato deciso di creare insieme a Fiesso, in modo da dare un più ampio respiro alla pianificazione del nostro sviluppo futuro.
Purtroppo sono ormai due anni, da quando è arrivata la nuova amministrazione, che non vi è stato alcun aggiornamento di rilievo sul tema. Ad oggi, quindi, non sono chiare le linee di sviluppo che l'attuale amministrazione vuole dare al proprio paese.
Di fronte a questo preoccupante silenzio, e a fronte dell'ancor più preoccupante vociare senza fondamento su ipotesi future di PAT, siamo a chiederci quali siano le intenzioni della giunta, se realmente vi siano idee per il futuro del territorio oltre a quelle già decise nelle aule blindate dei consigli di dicembre.

venerdì 2 marzo 2012

Ancora sulle priorità

Lo scorso intervento nel blog ha innescato una interessante discussione. Alcuni nostri lettori, infatti, hanno affermato con forza che, visto il tempo di ristrettezze, sia inutile concentrarsi sulle attività sociali "indirette" (sport, manifestazioni, etc) ma che sia giusto conservare ogni singolo euro per le necessità dirette più gravi, come ad esempio i contributi che i comuni danno alle famiglie in grave difficoltà economica. Questi interventi dei lettori ci hanno quindi dato lo spunto per una riflessione.
In questo periodo, è risaputo, siamo tutti chiamati a sforzi particolari, e proprio per questo abbiamo una particolare attenzione alle remunerazioni dei nostri governanti. Chiariamolo fin da subito: il Comune di Dolo non è il Parlamento, e le remunerazioni, consentite dalla legge, sono le stesse di alcuni anni fa, quando c'era il centrosinistra e lo spread non era ancora diventato il tema portante delle conversazioni nei bar. Ciò nonostante, è interessante andare a leggere i dati (pubblici e reperibili da chiunque nel sito dell'Albo Pretorio del Comune).
Si scopre, ad esempio, che per le sole indennità dirette il nostro comune costa circa 100.000 € all'anno (cfr. Determina 122), essendo che lo "stipendio" nei vari ruoli, per lavoratori in aspettativa varia dai 1254,98 € mensili di un assessore fino ai 2788,86 € del sindaco, passando per i 1533,87 € del vicesindaco. Nel caso di un lavoratore non in aspettativa, cioè che decide di continuare nel proprio lavoro in concomitanza con la carica rivestita, come nel caso della nostra Sindaco, l' indennità diretta si dimezza e diventa 1394,43 €. Non si pensi però ad un grande giovamento per le casse comunali: il datore di lavoro è tenuto a richiedere il rimborso delle ore non lavorate dal proprio dipendente al Comune. Sempre nel caso della Sindaco preso ad esempio (cfr. Determina 147) il comune è tenuto a rifondere al gruppo bancario datore di lavoro 15.067 € per il periodo di 9 mesi da aprile 2010 a dicembre 2010, una cifra superiore rispetto al differenziale che si avrebbe con il Sindaco in aspettativa, che per di più potrebbe dedicarsi al Comune a tempo pieno.
A queste cifre, inoltre si devono aggiungere i gettoni di presenza, di poche decine di euro, che spettano ai consiglieri.
Non si tratta di cifre esorbitanti, che sono equiparate alle responsabilità e che gli elettori decideranno se sono state equiparabili all'efficacia nel governare il nostro comune. Ma, viene da chiedersi, in un periodo come questo, perchè non evitare di dover far scelte tra lo sport e i contributi sociali una tantum, tra la cultura ed il nulla, tra il riscaldamento a scuola e lo scuolabus, semplicemente dimezzando le indennità comunali e recuperando così più di 50.000 €?
E' ancora una volta una questione di priorità?