venerdì 30 dicembre 2011

Zaia ci mette la firma

Dal sito del noto giornale nazionale "Il Fatto quotidiano"
Zaia ci mette la firma. Ok a Veneto City, centro commerciale da 715mila metri quadrati
Il governatore della Regione Veneto dà il via libera al contestato progetto: 11mila firme contro, manifestazioni e picchetti non sono serviti. Grande come 105 campi da calcio, avrà torri alte fino a 80 metri e porterà fino a 40mila persone al giorno in un'area con circa 30mila abitanti
Il rendering del progetto di Veneto City
Zaia ha firmato. Il Governatore “contadino” ha dato il via libera definitivo a Veneto City, contestatissimo progetto che si mangerà centinaia di ettari di campagna veneta. Chissà, forse Zaia sperava che, firmando tra Natale e Capodanno, la sua scelta passasse inosservata. Così come aveva fatto nei mesi scorsi, sostenendo che la Regione in questa vicenda aveva un ruolo “notarile”, rispetto alle scelte dei comuni. Un’affermazione che da qualcuno è stata definita “alla Ponzio Pilato”, perché il Governatore poteva dire la sua su Veneto City.

Ma la Lega ha sostenuto con ogni mezzo il progetto. A cominciare dal sindaco di Dolo, Maddalena Gottardo, che in consiglio comunale è sbottata: “Per quelli di sotto ci vorrebbe l’olio di ricino”. Una battuta che pare venire dal profondo e rivela l’animo della Lega di oggi: che cerca di reinventarsi come partito di lotta vicino al popolo e al territorio, ma resta salda sulla poltrona e approva a marce forzate contestatissimi progetti. Un partito che non ama i dissensi. Perché i destinatari dell’olio di ricino sono migliaia di veneti che le hanno tentate tutte per bloccare il progetto di Veneto City. Niente anti-politica, anzi, il contrario: un esempio di dissenso acceso, ma democratico e fantasioso. Sempre nelle regole: 11mila firme raccolte, ricorsi in ogni sede, partecipazione al consiglio comunale, manifestazioni sotto il Comune al suono delle vuvuzelas.

Parliamo di un mega centro commerciale-direzionale che occuperà 715mila metri quadrati – l’equivalente di 105 campi di calcio – con un volumetria di 2 milioni di metri cubi. È dal 2008 che tra Venezia e Padova i comitati si battono contro Veneto City. Ma nelle ultime settimane la battaglia è diventata serrata, perché il destino della campagna veneta si gioca in queste ore. Per cambiare definitivamente il paesaggio di Dolo bastavano tre firme: quelle dei Comuni di Dolo (Lega) e Pianiga (Pdl) e quella del Governatore Luca Zaia (Lega). Sono tutte arrivate entro la scadenza del 31 dicembre.

I comitati non hanno una tessera politica. In tanti contavano sul fatto che Zaia e i leghisti in campagna elettorale avevano professato attaccamento al Veneto, alle sue tradizioni, alla terra. Ma quando si è arrivati ai fatti, ecco l’amara sorpresa. Raccontano Adone Doni e Mattia Donadel, portavoci del Cat (Comitati Ambiente e Territorio): “La maggioranza del Comune di Dolo ha convocato sedute straordinarie a raffica, perfino la Vigilia e il giorno di Natale, per votare prima del 31”. E i comitati hanno “assediato” il Comune. Hanno cercato di entrare in consiglio. Ma il 20 dicembre il sindaco emette un’ordinanza: “Visto che nelle ultime sedute si è verificata una massiccia affluenza di pubblico e manifestanti presso la sala consiliare… si ordina di chiudere al pubblico gli uffici comunali”. Racconta Doni: “Sono rimasti solo 40 posti, ma quando abbiamo provato a entrare li abbiamo trovati già occupati da militanti leghisti”. Così sono partiti esposti al Prefetto e alla Procura.

Alla fine il sindaco leghista ha firmato (come quello di Pianiga). Per la gioia dei sostenitori di Veneto City. Ma di che cosa si tratta esattamente? Nei documenti ufficiali si parla di un polo destinato a riunire “i servizi per l’impresa, l’università e il commercio”. Tutto e niente. Le stime parlano di 30-40mila visitatori al giorno e 70mila veicoli. Il progetto prevede torri di 80 metri. E già l’aspetto urbanistico ha attirato critiche, come quelle del prestigioso Giornale dell’Architettura: si parla di “esiti paradossali”, si ricorda “un’affermazione di Zaia alla Ponzio Pilato che «le variazioni urbanistiche passano in Regione a livello notarile se hanno l’ok dei consigli comunali e della Provincia»”, si sottolinea “la necessità di rifondare il rapporto tra uomo e natura nel Veneto”; ma il Giornale dell’Architettura rammenta anche che “l’ultimo passo è stato demandato ai sindaci di due comuni che sommano circa 30.000 abitanti, di fronte a un intervento attorno al quale gravita tutto il Veneto. Le 11.000 firme raccolte dai comitati non hanno inciso sull’iter”. La Difesa del Popolo, giornale della diocesi di Padova, ha dedicato al progetto un’allarmata copertina: “In Riviera la città di cemento a(r)mato”, dove si ricorda che anche “le associazioni di commercianti e agricoltori sono contrarie… ma tutto procede”.

Per capire davvero il progetto bisogna guardare a quello che ci sta dietro. Veneto City ha tanti santi in paradiso, raccoglie i signori dell’impresa del Nord-Est: da Stefanel (attraverso la Finpiave) a imprenditori che amavano definirsi “progressisti” come Benetton (ma ultimamente si sono lanciati in operazioni contestate come Capo Malfatano in Sardegna). Fino alla Mantovani che ha il ‘monopolio’ delle grandi opere in Veneto.

E la politica? Il centrodestra di Giancarlo Galan, che in questi ambienti ha tanti amici, ha sostenuto l’opera. Il centrosinistra all’inizio sembrava, tanto per cambiare, confuso: “Veneto City deve essere un’opportunità, non un pericolo”, disse Antonio Gaspari, allora sindaco di Dolo (Margherita). Davide Zoggia (Pd), all’epoca presidente della Provincia di Venezia, in pubblico diceva: “Veneto City potrebbe essere costruita altrove”. Ma in una lettera riservata definiva il progetto “di sicuro interesse per l’assetto e lo sviluppo economico di Venezia”. Oggi il Pd, all’opposizione, si dichiara contrario. Più netta la posizione di Rifondazione e dell’Idv: “Basta con il consumo del territorio, Veneto City è un’idea delirante”, tagliò corto Paolo Cacciari, ex deputato di Rifondazione.

Per valutare l’impatto di Veneto City bisogna venire qui. Muoversi tra Fiesso d’Artico, Dolo e Mira: “Mi ci perdo anch’io che ci abito da una vita”, racconta Vittorio Pampagnin (ex sindaco di Fiesso, con un passato nel centrosinistra), mentre con l’auto vaga tra bretelle e tangenziali che hanno strozzato interi paesi. Siamo nella Riviera del Brenta, la terra dove Tiziano attingeva i colori per i suoi quadri. Nella campagna veneta cara ad Andrea Zanzotto. Qui dove una volta il paesaggio era segnato dai campanili e oggi svettano ciminiere e capannoni. L’era Galan ha lasciato un’eredità pesante: dal 2001 al 2006 sono state realizzate case per 788mila persone (la popolazione è aumentata di 248mila abitanti). Nel 2002 si sono costruiti 38 milioni di metri cubi di capannoni. In Veneto la superficie urbanizzata è aumentata del 324% rispetto al 1950. Ben oltre le necessità, come dimostrano migliaia di cartelli “vendesi” appesi a case nuove e mai abitate.

Adesso arriva Veneto City. L’ultima parola spettava a Zaia (che ha preferito non parlare con il Fatto), quello che amava definirsi il governatore “contadino”. Ma che oggi ha chiarito definitivamente da che parte sta.

martedì 27 dicembre 2011

L'anno che è stato, e quello che sarà

Questi giorni di feste vengono spesso usati per fare un sommario dei temi dell'anno che si sta concludendo e per predire quello venturo. Cercheremo quindi anche noi di ripercorrere questo anno passato insieme, il primo del blog, per poi mettere l'accento sui prossimi temi che pensiamo, o meglio temiamo, possano essere alla ribalta.
  • Gennaio 2011: Due i temi di Gennaio, i paventati aumenti (poi purtroppo in grande parte avverati) delle tariffe comunali con la scusa del bilancio comunale dissestato dalle precedenti amministrazioni (inutile dire che Dolo era ed è un comune "virtuoso") e la cultura, con una accorata lettera di Renzo Niero;
  • Febbraio: Nel mese che ha visto a livello nazionale uno scatto d'orgoglio femminile con il movimento "Se non ora, quando" a Dolo è andata in scena una dura battaglia sulla questione dell'asilo nido, con la vittoria delle opposizioni, alle quali va gran parte del merito per il salvataggio di questa importatissima struttura;
  • Marzo: Mentre il PD con altre forze, anche della maggioranza, celebravano il 150° dell'Italia, la Lega dietro le serrande socchiuse del municipio stava preparando il carnevale, con il falso George Clooney e le polemiche;
  • Aprile: Gran parte di piazza Mercato si tinge di blu. Nella vana speranza di spremere i cittadini che si recano in ospedale, i parcheggi diventano a pagamento: basteranno pochi mesi per capire l'errore, chissà qualti altri ne serviranno altri per ammetterlo.
  • Maggio: Mentre il vento politico cambia con le amministrative, il comune di Dolo con toni trionfalistici annuncia di aver ottenuto il casello di Roncoduro, ma in sola direzione Venezia. Noi stessi siamo caduti nel tranello ed abbiamo pensato che non servisse a nessuno ma...
  • Giugno: Grazie al casello, per stessa ammissione del sindaco, si è sbloccato Veneto City! Ed ecco che al megaprogetto arriva il primo "si", con tanti pareri contrari (politici e di tecnici) ed una convocazione d'urgenza;
  • Luglio: Mentre la polemica su Veneto City si infiamma, ed il PD richiede la VAS sul progetto complessivo, si è svolta la Festa Democratica, nella magnifica cornice dello Squero;
  • Agosto: Tempo di ferie per molti, ma mentre i cittadini si interrogano sul futuro dell'Europa, il PD, insieme a moltissime altre persone, pone i propri quesiti sotto forma di osservazioni su Veneto City;
  • Settembre: Proprio il salotto buono di Dolo, piazza Cantiere, torna a far parlare di sè. Per il PD sarebbe importante evitare, ad esempio, il passaggio dei mezzi pesanti.
  • Ottobre mostra, ancora una volta, il doppio volto di Lega e PDL, con il voto a favore di idrovia e camionabile in consiglio provinciale
  • Novembre, il mese del cambiamento politico nazionale, nel nostro comune sembra passare inosservato. Tanto che, anche la proposta Gottardo per deviare il tracciato della Romea, sembra non essere vista dalla regione.
  • Dicembre: L'ultimo mese, convulso, è di fatto cronaca. Non occorre ricordare i regali di Natale fatti alla cordata di veneto City, come non serve scrivere ancora dei metodi "all'olio di ricino" della maggioranza.
Il prossimo anno ci attende con sempre nuove sfide, a partire dalla Romea Commerciale, che sarà fortemente attratta da Veneto City, per arrivare alla Camionabile che sembrerebbe (il condizionale è d'obbligo, visti anche i numerosi falsi allarmi) avere ricevuto il VIA proprio in questi giorni.
Ma non solo grandi opere, anche questioni più vicine a noi tutti, come l'accesso all'istruzione, in particolare dei più piccoli, e lo sviluppo culturale di un comune più interessato ai sosia di Clooney che a manifestazioni come la rassegna Nazionale di Umorismo e Satira.
Sarà un altro anno di impegno e di passione per tutti noi, che passeremo anche grazie al supporto di tutti voi, che ci leggete e che contribuite con commenti e email.
Per questo un grazie di cuore, e un augurio per il nuovo anno.

sabato 24 dicembre 2011

Il punto del PD

Pubblichiamo per intero la lettera di Natale del segretario del PD dolese Matteo Bellomo. Non uno sterile scambio di auguri, ma una occasione per un punto di vista completo, con elementi a tratti inediti, soprattutto sulla spinosissima questione della Romea Commerciale. Buona lettura.


Cari Democratici,
        in questi giorni particolarmente convulsi, nei quali arroganza e pochezza politica e culturale l’hanno fatta da padroni, credo sia utile condividere alcune riflessioni.
Dicembre è stato caratterizzato, certamente, dalla corsa del Sindaco di Dolo all’approvazione di Veneto City: come tutti i progetti, diciamolo con franchezza e onestà intellettuale, anche questo non è di per sé ne buono né cattivo.
I processi amministrativi e di trasformazione del territorio, questo è un dato certo, si possono fare soltanto se si hanno due certezze assolute e non confutabile:
1)   Sono cambiamenti realmente utili ai cittadini
2)   Miglioreranno la qualità della vita di tutti
Per quello che riguarda Veneto City, oggi come ieri, non c’è alcuna certezza.
Il progetto, dal punto di vista meramente tecnico, continua a cambiare (ne esiste, tanto per citare un esempio, uno che prevede il casello autostradale di Albarea e uno, così ha detto il sindaco, che non lo prevede) e non c’è alcuna certezza per ciò che concerne i contenuti (ovvero cosa ci sarà mai dentro questi due milioni di metri cubi) e la viabilità.
Aggiungiamo a questa incapacità di delineare in modo meno sommario un progetto tanto importante, l’arroganza e l’assenza di democrazia alla quale abbiamo assistito, e il gioco è fatto: Veneto City è sicuramente un elemento negativo! Non c’è più spazio per alcun dubbio …
Del resto, per i dubbi intendo, servirebbe più tempo e invece abbiamo assistito ad una corsa dissennata verso l’approvazione.
Le amministrazioni Bertolin e Gaspari avevano maggiori certezze rispetto ad oggi (almeno sul piano dei proclami e delle promesse) e non le hanno mai comunque considerate sufficiente garanzia per assumere delle decisioni!
Mancanza di coraggio? Risposta troppo facile e populista!
Purtroppo in molti oggi dimenticano il valore della parola “Responsabilità”!
È stata proprio la responsabilità delle precedenti amministrazioni, coscienti di rappresentare esclusivamente l’interesse dei cittadini, a non permettere loro di andare oltre una corretta e doverosa richiesta di maggiori informazioni ai proponenti.
Oggi a Dolo hanno scelto di costruire “Padania City”, la cittadella artificiale imposta dalla Lega a colpi di “olio di ricino”, di occupazione della sala consigliare con i militanti provenienti da tutta la Provincia, di una perizia di staticità della sala consigliare quanto meno sospetta nei tempi, di una gestione del rapporto con la stampa da terzo mondo, di menzogne e volgare aggressività.
Piangono perché una ventina di manifestanti durante il consiglio comunale del 13 dicembre usavano i fischietti dentro la sala consigliare, proprio come i deputati leghisti avrebbero fatto pochi giorni dopo?
Ma di cosa stiamo parlando, cari signori, siamo tutti grandi e vaccinati e nessuno può dire di aver subito violenza perché delle trombette suonavano e dei piedi battevano sul pavimento.
Hanno noleggiato un maxi schermo per vedere il consiglio del 20 all’aperto ….
Chissà chi ha dato loro l’idea … forse gli stessi strateghi della comunicazione ingaggiati dalla Veneto City Spa che indicavano, esautorando completamente l’ufficio stampa del comune, quali mezzi di informazione potevano o non potevano entrare in sala e per quanto tempo …
Anche da questi aspetti, per così dire, “laterali” si capiscono molte cose: l’ufficio stampa che doveva decidere chi fare entrare in Comune non era quello dell’Ente pubblico, ma quello del proponente privato che, in quel momento, attendeva l’esito del voto sul proprio progetto.
Se due più due fa quattro siamo, ormai, nella condizione di poter considerare il Comune di Dolo un soggetto privato svendutosi alla modica cifra di 1,8 milioni da incassarsi nell’arco di diversi anni. Ricordo a tutti, in primis a me stesso, che per la vendita del vecchio campo sportivo le precedenti amministrazioni incassarono oltre 2,5 milioni di euro e, se permettete, la differenza di impatto tra quell’operazione e quella di “Padania City” è ben diversa ….
Un altro elemento non di poco conto è la scomparsa, ormai ufficiale, del PDL dolese: neppure “Chi l’ha visto?” può nulla, il caso è troppo drammatico per essere risolto.
Mentre si votava “Padania City”, per altro con il mal di pancia degli stessi leghisti dolesi non troppo legati alle alte sfere, consiglieri ed assessori PDL hanno fatto scena muta comprendendo appieno come quella non fosse una loro partita, attendendo solo il momento di alzare la mano in segno di riconoscenza ai padroni della Lega.
Desolante …. Politicamente intendo, e forse non solo …
Oggi tutti i nodi sono venuti al pettine e presto arriverà anche quello della Romea Commerciale.
Sappiate che il tanto sbandierato “Progetto Gottardo” – la “Romea Padana” – non è stato neppure protocollato dalla Regione Veneto. Verificare per credere.
Gli unici dati certi su questa vicenda sono:
-      La Regione Veneto ha accolto l’ipotesi di tracciato proposta dalla cordata di imprese che andrà a realizzarlo sottoponendolo, prima, alla commissione VIA che ha prescritto, esclusivamente, delle migliorie e non certamente un cambio di direzione della strada;
-      La Regione Veneto a guida Zaia ha presentato il progetto alla Conferenza Stato – Regioni perché fosse iscritto all’ordine del giorno del CIPE e finanziato per la parte di competenza pubblica: solo la crisi economica, dunque, ha bloccato sino ad oggi il finanziamento;
-      All’ultima conferenza dei servizi la stessa Regione Veneto ha dichiarato come, per ovviare ad alcuni problemi di natura ambientale, è già stato inserito nel progetto un sistema di sottopassi tra Lugo e Lughetto.
Basterebbe solo guardare una cartina del territorio e pensare ai sottopassi di Lugo e Lughetto per capire in quale direzione gira la Romea Commerciale: certamente, visto che è certificato che passa da li, non andrà certamente verso Malcontenta che è dalla parte opposta, non trovate?
Queste informazioni sono tutte pubbliche e in possesso del Comune di Dolo che, oltre alla propaganda dei tracciati alternativi fantasma, non può non sapere quanto sappiamo noi semplici cittadini.
È evidente, dunque, come le cose siano due: o chi afferma che salverà Dolo e Sambruson dalla Romea non sa leggere o non è politicamente sincero quando fa certe affermazioni …. Scegliete voi!!!
Il prossimo 7 gennaio dalle 18.00 con partenza da Foro Boario ci sarà una grande manifestazione promossa in primis dagli amici di IDV per la democrazia e contro chi invoca l’olio di ricino nei confronti delle persone che hanno idee diverse.
Il PD di Dolo ci sarà con i propri consiglieri, iscritti e simpatizzanti!
Sarà quello il modo per festeggiare al meglio l’inizio di un anno che, per forza di cose, dovrà essere Nuovo e nel quale si chiuda, definitivamente, questa brutta parentesi leghista che non merita di amministrare Dolo e che nessuno di noi si merita!!!

Buone Feste a Tutti
Matteo Bellomo
Segretario PD, circolo di Dolo

venerdì 23 dicembre 2011

Mi piacerebbe...

Veneto City è stata approvata, ed ora le ruspe potranno iniziare a creare un enorme contenitore, nella speranza che qualcuno lo possa riempire. In questi giorni una vecchia idea è già ritornata alla ribalta: la fiera di Padova potrebbe venire nel nostro comune. Non entriamo nel merito, ci limitiamo a far notare che una fiera non è fatta di uffici e attira, ovviamente, molte più macchine, e strade, rispetto a quelle previste con ostentata precisione dai proponenti. Insomma, c'è chi è sicuro del futuro, come il sindaco Gottardo, mentre i proponenti stessi sembrano avere le idee un po' confuse. L'unica cosa che è sicura è stata l'arroganza del sindaco, che protetto da un imponente schieramento di forze di sicurezza, ha deliberato per Veneto City ascoltato da un pubblico di fedelissimi. Eppure le promesse elettorali, ed i proclami fino a pochi mesi fà erano ben diversi. Massimo dialogo, veniva detto, e in un volantino si riportavano:

Non serve molto per accorgersi che non uno dei punti del programma di questo volantino sia stato rispettato, anzi, alcune cose suonano come dei raggiri, a partire dalle minori tasse locali per arrivare alla tutela del cittadino, sempre al centro delle discussioni politiche in tema di grandi infrastrutture nelle promesse, e allontanato fisicamente nella realtà.
Ma, forse, non possiamo nemmeno più parlare, d'altronde anche i consiglieri d'opposizione erano fuori, nel piazzale, a leggere pubblicamente quella che sarebbe stata la dichiarazione di voto, nettamente contrario a questo salto nel buio. E quindi, secondo il sindaco, hanno meritato l'olio di ricino.